Decisione di riarmo a spese dei più vulnerabili

La decisione di riarmo sproporzionata, presa oggi dal blocco borghese si basa su scenari di minaccia irrealistici e porterà a tagli massicci e inaccettabili nella cooperazione allo sviluppo e nell’aiuto umanitario. Il PS Svizzero respinge fermamente le decisioni sulla strategia delle forze armate e sul budget eccessivo contenute nel messaggio sull’esercito.

«La decisione di oggi è un disastro per una Svizzera solidale. Il campo borghese porta avanti un massiccio riarmo – sulle spalle dei più vulnerabili», critica il Consigliere nazionale e co-presidente del Gruppo socialista all’Assemblea federale Samuel Bendahan. «Questa decisione è totalmente irresponsabile, perché si spendono miliardi per l’esercito sulla base di scenari di minaccia irrealistici». Il Consiglio nazionale ha deciso oggi di aumentare massicciamente il tetto di spesa per le forze armate nell’ambito del messaggio sull’esercito. Il PS Svizzero si oppone chiaramente a questo riarmo sproporzionato.

«Oltre ai più vulnerabili del Sud del mondo, anche la popolazione svizzera sarà colpita da questo riarmo. L’UDC, il PLR e il Centro affermeranno ora che non ci sono più soldi per ridurre i premi di cassa malati, per finanziare asili nido o per proteggere il clima», critica la co-presidente del PS Svizzero, Mattea Meyer. Inoltre, decidendo di rafforzare l’esercito a scapito di altri settori, non aumentiamo la sicurezza della Svizzera, ma anzi la mettiamo in pericolo. Possiamo garantirla solo se investiamo in tutti i settori che contribuiscono alla sicurezza e a una Svizzera solidale.

Mancanza di visione strategica

I voti borghesi sull’orientamento strategico delle forze armate dimostrano anche che la decisione di riarmo si basa su uno scenario di minaccia obsoleto e irrealistico. «Investire ancora massicciamente in fanteria, carri armati e artiglieria, come abbiamo fatto durante la Guerra Fredda, non ha senso nell’attuale situazione di sicurezza», denuncia il consigliere nazionale socialista Pierre-Alain Fridez (JU). «Quando si parla di politica di sicurezza, dobbiamo investire dove i rischi sono maggiori, ovvero nella difesa missilistica e nella protezione dagli attacchi informatici, dalle campagne di disinformazione e dal terrorismo. Ciò significa anche investire meno in un esercito meccanizzato troppo costoso e di più in una vera modernizzazione». Il PS Svizzero chiede che l’esercito sia orientato alle minacce reali di oggi, invece di sprecare denaro per un esercito del secolo scorso.